venerdì 22 marzo 2013

Open Source, ma quale è l'ostacolo per le pubbliche amminstrazioni?


Open Source farebbe risparmiare alle pubbliche amministrazioni centrali e locali, svariati miliardi, ho scritto bene Miliardi, di euro se queste si decidessero ad usare la tecnologia Open Source nei loro uffici. Ma la cosa diventa sempre più difficile e tra i motivi come sempre si parla di corruzione.
Magra consolazione scoprire che stavolta non è solo l'Italia ma sarebbero coinvolte anche altre nazioni come ad esempio la Cina. Il fatto? molto semplice la Microsoft in prima persona o attraverso rivenditori/partner avrebbero elargito "regali" al fine di ottenere contratti e rinnovi di licenze.
Come sempre in questi casi ci saremo aspettati una smentita ed invece la microsfot oltre a non smentire si dice preoccupata e disposta a collaborare con le istituzioni al fine di far emergere subito la verità.
La beffa oltre che nella corruzione sta nel fatto che ad esempio passare da microsoft office ad Open office non comporterebbe nessun danno alle azienda (i due prodotti sono praticamente identici) e permetterebbe di risparmiare economicamente in termini di acquisti di licenze e di successivi rinnovi. Non ultimo questo semplice passaggio darebbe un senso alle indicazioni legislative per cui gli enti pubblici dovrebbero utilizzare le tecnologie open source proprio al fine di risparmiare.
Abbiamo citato Open office perchè è il più conosciuto ma si potrebbe parlare di eliminare le licenze server sempre di microsoft con la stessa prassi. Esistono poi software per la digitalizzazione o ERP o CRM e .......... tutti open source.
A qualcuno potrebbe venire il dubbio ma cosi la Microsoft chiude e avremo nuovi disoccupati? State senza pensiero questi rischio la microsoft non lo corre ..................................................

giovedì 14 marzo 2013

Quanto vale la nostra privacy?

E' un pò di tempo che sento ripetere da più persone che in momenti come questi le stringenti normative sulla privacy sono solo un aggravio di costo, non tutelano e apportano solo danni alle aziende.

Avrete sicuramente letto della nuova multa che ha dovuto "subire" google per 7 milioni di dollari, che si aggiungono ai 22,5 milioni di dollari della scorsa estate che gli sono stati notificati dalla FTC (federal Trade commision),  perchè accusati di aver manomesso le regola sulla privacy del suo browser Safari.
 
Non mi permetto di sindacare i giudizi sulla privacy ognuno può pensare quello che vuole, mi preme però fare una considerazione, se un colosso come google paga le somme di cui sopra,  dando per scontato che da questi trucchi ha guadagnato più della multa, allora significa che la nostra privacy ha un valore e nemmeno tanto piccolo.

Il fatto è molto semplice: Google ha dovuto ammettere, dopo averlo negato e poi dopo aver dichiarato che aveva perso i dati, che la sua macchinina quando gira"va" ci carpiva i nostri dati privati, attraverso i nostri segnali wi-fi si impadroniva di caselle e-mail password conti bancari profili medici certificati e quant'altro riusciva a prendere. 

E adesso ma questa è un altra puntata dobbiamo verificare cosa succede con Google Glass.

Abbandonando il colosso americano alle sue truffe, torniamo a noi e cerchiamo di fare chiarezza su quanto vale la nostra privacy. 

E' per noi impossibile determinare un valore economico, e soprattutto non è nostro mestiere, però riflettiamo tutti su una cosa ci sono milioni di aziende che vendono in continuazione i nostri dati, in maniera più o meno regolare, e ci sono altrettante aziende che li acquistano quindi, un valore nemmeno piccolo la nostra privacy lo ha.

A questo punto in molti si chiedono ma che dati lascio io durante la giornata che possono essere appetibili, ve ne faccio un piccolo elenco: 
Tramite l'assicurazione della macchina (vedi gps installati lasciamo traccia dei nostri percorsi e  .............)
Tramite i bancomat ( lasciamo traccia di quanto spendiamo la cadenza con cui preleviamo e     ............ )
Tramite carta di credito (lasciamo traccia degli acquisti e dei gusti divisi per categoria e ........................)
Tramite cellulare ( lasciamo traccia di quanto usiamo le linee telefoniche delle fasce orarie e .................)
Tramite le schede punti dei vari negozi ( lasciamo traccia dei nostri consumi e ......................................)
Tramite Telepass ( Lasciamo traccia dei nostri passaggi frequenti meno frequenti e ..............................)
e potrei continuare ma a questo punto ognuno continui per se e scoprirete che il grande fratello non va in onda solo su canale 5.
    

martedì 12 marzo 2013

Non pensavo che il Garante della Privacy dovesse sostituirsi all'intelligenza dei sindaci


Della serie a tutto c'è un limite, si può amministrare bene anzi benissimo, come sicuramente sarà per i comuni interessati anche senza mettere in mostra dati sensibili dei propri concittadini.

E'  proprio questo quello che accadeva in alcuni comuni del nostro paese. 

Amministrazioni precise ma un pò troppo zelanti che mettevano in rete ordinanze comunali, come il trattamento sanitario obbligatorio per alcune persone senza omettere i dati personali e sensibili, per essere più chiari oltre al nome e alla residenza venivano pubblicati liberamente anche i dati della tipologia medica, per la quale le persone venivano poste a trattamento sanitario obbligatorio, a volte anche con commenti tipo: "persona affetta da manifestazioni di ripetuti tentativi di suicidio".

Per questi motivi, e mi sembra il minimo, l'Authority ha fatto oscurare le pagine web di dieci amministrazioni specificando che è anche a carico delle amministrazioni la rimozione degli atti anche dai motori di ricerca.

Ricordiamo a tutti ma soprattutto alle amministrazioni pubbliche che il Codice della privacy, e come se non bastasse anche le linee guida sulla trasparenza on line della P.A., vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute delle persone.

Adesso spetta al garante, e soro Ha promesso che ci saranno, determinare le sanzioni per l'irregolarità.

venerdì 8 marzo 2013

Attenti alla sicurezza Evernote bucato.


L'azienda dichiara che non vi è stato furto di dati, ma ha dovuto ammettere di essere sotto attacco.

Il problema non sarebbe piccolo anzi  è molto ampio visto che la stessa società ha dichiarato sotto attacco anche la la piattaforma di archiviazione cloud.

All'azienda non è rimasto che compiere il solito atto chiedere a tutti i suoi utenti di cambiare la password.

Purtroppo un film già visto molte volte, ad esempio nell'ultimo anno anche Linkedin ha avuto lo stesso problema, e come quest'ultima anche la società che gestisce evernote dichiara che non vi è stato furto di dati o di informazioni relativa ai pagamenti on line. Sarà Vero?

La società californiana da poco approdata al mercato europeo  funge da «organizer» personale online, dove gli utenti possono archiviare e organizzare dati, video, immagini, pagine web, note e itinerari su un server esterno.  

Stiamo parlando di  50 milioni di utenti.

giovedì 7 marzo 2013

Ha vinto la libertà di scelta

Negata agli internauti la libertà di scelta sul browser da utilizzare. Si muove l'unione europea e condanna la microsoft ad una multa di 561 milioni di euro per non aver rispettato l’impegno sottoscritto in precedenza che prevedeva appunto che l'azienda evidenziasse a video il "ballot screnn" per decidere sul browser.

La commissione aveva imposto a microsoft di impostare questa regola ma l'azienda non ha rispettato gli impegni presi in precedenza con Bruxelles.

Il colosso americano non è nuovo alle multe di cui sembra interessarsi poco nonostante il valore. E' si infatti in otto anni microsoft se ne è già viste sanzionare ben quattro per un importo che supera alla grande i due miliardi di euro.

Ritornando al fatto, nel 2009 la commissione aveva chiesto a microsoft di inserire nei propri sistemi operativi la scelta per il singolo utente relativamente al browser, e la compagnia americana aveva scelto di adoperarsi per 5 anni ad inserire i giusti passaggi per tali scelte.

Per dovere di cronaca fu Opera tra i primi a sollecitare la commissione al fine di permettere una scelta libera e consapevole da parte degli utenti internet.

Morale della favola quanto concordato tra la commissione e la microsoft è valso sino all'arrivo del service pack1 di windows seven, dopo l'installazione di quest'ultimo il messaggio è scomparso.

Come sempre dobbiamo registrare una totale mancanza da parte della commissione nei controlli, il fatto infatti non è risaltato alle cronache per un controllo ma per una denuncia. Inutile dire che la microsoft a scaricato tutti sugli ingegneri e si è scusata.

A noi restano le parole del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia che ha detto:
«Spero che questo sia di esempio ad altre compagnie su cosa succede se si violano i patti con la Ue».

lunedì 4 marzo 2013

Termina il supporto


Non tutti lo sanno e la Microsoft gioca proprio su questo, noi comunque teniamo aggiornati i nostri clienti, le aziende le pubbliche amministrazioni, per cui attenti alla data del 8/04/2013.
In tanti quando hanno acquistato non sapevano di questa data e adesso ............. non resta che consultare questa pagina.

http://www.microsoft.com/it-it/windows/endofsupport.aspx

Inutile adesso dire e ragionare se fanno bene o se fanno male purtroppo adesso non resta che verificare il da farsi sul sito sopra riportato.

Resta solo un dubbio, e noi in proposito vi terremo informati, ma cosa succede a che sta comprando in questi giorni?